<<Laureata in relazioni internazionali e diplomatiche sin da piccola pensavo di cambiare il mondo! Dalla voglia di diventare sindaco di Napoli ad aspirazioni come entrare nell’Onu. Crescendo e viaggiando tanto per lavoro mi sono resa conto che sarebbe stato più tangibile, concreto e utile un progetto sul territorio. É così che per una serie di coincidenze mi sono trovata a intraprendere un progetto nei quartieri spagnoli di Napoli, dove ogni giorno mi reco mettendo a disposizione la mia passione per il Karate, che mi accompagna sin da bambina, ai ragazzi del quartiere>>.
Come e perché nasce questo progetto?
<<Questo progetto nasce con l’idea di voler trasmettere i valori delle arti marziali (rispetto per il compagno, fair play, continuo perfezionamento della tecnica, disciplina) in un quartiere dove la mancanza di valori e di regole porta troppo facilmente ragazzi giovanissimi sulla cattiva strada>>.
Raccontaci una giornata tipo, corredata anche da qualche aneddoto.
<<Io insegno inglese in una scuola bilingue a Pozzuoli, quindi mi dedico ai ragazzi dei quartieri il pomeriggio dalle h16 alle h21. I bambini sono divisi in gruppi di età: ci sono i 6-10 anni dalle 16.30-17.30; 11-13 anni dalle 17.45 alle 18.45 e alle 19.00 i più grandi dai 14 anni in su. Il venerdì c’è anche un corso per i piccolissimi di 3-4-5 anni.
La cosa più complicata é trovare posto per la macchina, anche se ormai mi conoscono tutti e, quindi, mi aiutano (anche lasciando le chiavi a qualcuno o lasciando la macchina in qualche vicoletto….). Risolto questo primo problema arrivo in palestra, dove di solito già ci sono bambini e mamme fuori la porta della chiesa ad aspettare. Tutti prontissimi a fare milioni di domande e la sera non si finisce mai in perfetto orario di chiusura, perché- soprattutto l’ultimo turno con gli adolescenti- termina sempre con una chiacchierata serale su qualche problema o pensiero, che in quel momento li turba in modo particolare. Più che un maestro di Karate mi considerando una sorella maggiore e questa é la cosa più bella che mi possano dire!>>
Come ti hanno accolto nel quartiere? C’è stato un episodio di cronaca nera che in via accidentale ti ha coinvolto. Lo puoi spiegare a chi pensa che alcune cose possano appartenere solo ai film o che la soluzione dei problemi debba esser demandata sempre a chi è “potenzialmente sopra”.
<<Purtroppo gli episodi di cronaca sono all’ordine del giorno in un quartiere come quello in cui mi trovo a fare questo progetto…questa é la realtà non un film e proprio per questo la valenza del progetto é ancora più elevata! I ragazzi del quartiere, davvero, hanno bisogno di vedere un mondo diverso, di avere una piccola oasi dove trovare sempre qualcuno che li accoglie e che gli dia qualcosa in cui credere>>.
Che risultati sportivi stai raggiungendo con i tuoi allievi?
<<I risultati sono al di sopra di ogni aspettativa….2 vice campioni del mondo (Tokyo 2015) 8 campioni d’Europa (Parigi 2016) e numerosissimi campioni regionali e nazionali>>.
Che prospettive di futuro hanno questi ragazzi?
<<Lavorativamente non hanno grandi opportunità, io sto cercando di avviarli all’insegnamento in modo che possano guadagnare, se pur poco, in maniera onesta facendo qualcosa che gli piaccia. Ovviamente i risultati sportivi sono importanti per dare peso al loro curriculum>>.
Pensi che questo strumento possa aiutare sia a riqualificare la zona sia a dare una concreta alternativa pedagogica- umana a questi ragazzi?
<<Assolutamente sì! I risultati sono tangibili…in 4 anni ho visto ragazzi cambiare radicalmente, lo sport aiuta e le arti marziali danno una disciplina che ti accompagna in tutto…sono migliorati nel comportamento, nell’impegno, nell’alimentazione, nei valori e, soprattutto, hanno iniziato a sognare!>>.
Karen rappresenta solo un esempio di come si possa concretamente, partendo dal basso, sventrare la camorra. L’educazione fornita ai ragazzi attraverso lo sport, sottrae, in questo modo, le potenziali nuove leve del sistema malato.
Maria Rosaria Cardenuto
Riproduzione Riservata ®