I sondaggi servono a misurare l’opinione pubblica? Nando Pagnoncelli risponde.

 

Nando Pagnoncelli, amministratore delegato Ipsos Italia, spiega alcuni aspetti del sondaggio, quale strumento utilizzato in diversi ambiti: dalla politica, al marketing, per finire alla sociologia ampiamente intesa.

Quale funzione conferisce al sondaggio?

<<Ci sono due tipi di utilizzo: come mezzo di comunicazione/ propaganda e di previsione. Il sondaggio è una cosa seria e necessita di capacità, informazione e competenza. Molti istituti sono impegnati nel formare i loro dipendenti per farli confrontare con esperienze internazionali e poter affinare le capacità tecniche>> .

A cosa serve il sondaggio in ambito politico ?

<<Molti sondaggi non sono pubblicati per la messa a punto della campagna elettorale, per la verifica del livello di fiducia, ma perché consentono di disporre di una serie di informazioni essenziali per conoscere i cambiamenti sociali profondi. Si parla, infatti, di tecniche di marketing politico. La secolarizzazione rispetto alla politica e la crisi di rappresentanza hanno indotto gli esponenti di partito a utilizzare questi mezzi  per individuare le aspettative e capire quanto le loro proposte siano in linea con il proprio elettorato. In ultima analisi, come conquistarsi il consenso>>.

Quali conseguenze negative comporta?

<<Crea l’opinione e non la misura, finisce col rappresentare, per questo motivo, uno strumento di manipolazione fortemente criticato sin dalla sua nascita (1936 in America). E’ un tentativo di influenzare le opinioni, assurge quindi a elemento distorsivo del principio democratico>>.

I risultati dei sondaggi creano una suggestione in chi li ascolta?

<<Sì, in modo errato molti ritengono che il sondaggio sia capace di fotografare l’opinione dei cittadini in termini obiettivi>>.

Circostanziando i risultati dei sondaggi al momento storico del nostro Paese,

quale bilancio ne può derivare?

<<In un periodo di grande incertezza e fluidità aumenta comprensibilmente l’aspettativa di conoscenza dell’esito di una tornata elettorale, ma proprio in quel momento è bassa la capacità di previsione.

E’ difficile colmare questa imprecisione per diverse concause: indecisione, la politica non vissuta come centrale nella vita del cittadino, elettorato carsico che riaffiora a tre giorni dalle elezioni, l’offerta politica che cambia.

Esempio emblematico che condensa questa imprecisione è stata la tempesta perfetta del 2013, così definita in un mio saggio all’indomani dei risultati della tornata elettorale. Tutti i sondaggi mostravano una sovrastima del partito democratico, sottostima del movimento 5 stelle, ma alle proiezioni il centro destra era superiore. Il cortocircuito informativo dipende dall’alto tasso di volatilità, che si traduce spesso nel  tradimento. A fronte di questo è ovvio che l’intervistato non è spinto a dire la verità, per cui è impossibile che il dato finale sia preciso al millimetro>>.

Il problema della veicolazione di un dato è l’effetto che sortisce sull’opinione pubblica. La difficoltà maggiore è da rintracciarsi nella differenza tra percezione e realtà. Se esistono anche altri sondaggi non pubblicati, i segretissimi dal contenuto veritiero, questo equivarrebbe a sostenere che la manipolazione comporta la  diretta falsificazione a monte della notizia resa.

Per una corretta interpretazione del dato risulta fondamentale, quindi, affinare la capacità critica attingendo da numerose fonti, vagliando la loro provenienza e il relativo momento storico e culturale. Insomma, evitare di essere in balìa di propagande che riducono il cittadino a un numero.

Maria Rosaria Cardenuto

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